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      E tutti sentono con Garibaldi che: "il giorno in cui si fermerà, sincera e duratura, la bene auspicata lega fra Romani e fra Slavi, quel giorno, - forza è dichiararlo ben alto - cesserà di fatto la minacciosa espansione e la pericolosa preponderanza anglo-allemanna."
      E per meglio chiarire questo concetto, egli aggiunge:
      - "La triplice alleanza Anglo-Austro-Germanica esiste e pesa sull'Europa come cappa di piombo; e vi si manterrà perpetua, grazie a comunanza d'interessi, d'usurpazioni e di brutali conquiste. Ad essa urge contrapporre la lega Romano-Slava, lega dalle generose aspirazioni reintegratrici, dai propositi prettamente nazionali e rigeneratori."
      - "Noi Romani offriamo alla Russia Slava la più grande, la più proficua combinazione politica de' nostri tempi, fors'anco di tutti i tempi. Egli è perciò impossibile ch'essa non v'aderisca".
      Quì ei passa a porre in luce le benemerenze della Russia inverso l'Italia, "Fino dal 1815 laRussia, ad iniziativa di Pozzodiborgo, a que' dì primo ministro, proponeva di fondere Piemonte, Liguria, Lombardia e Venezia in uno stato solo sotto i reali sabaudi - e l'Italia universa in confederazione con Malta, Ragusa e le isole Ionie. Giust'appunto comme Enrico IV di Francia, e Sully suo ministro, agognarono erigere a danni dell'Austria, una stretta lega fra gli stati tutti onde Italia andava repartita a que' dì."
      Rileva in appresso le irresolutezze e le colpe della Russia: su di che non sarà inopportuno per certo riferir la sua mente con sufficiente larghezza:


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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