Pagina (130/188)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Eppoi, lo pur dirò: sorvegliato e guardato a vista, fa ventura insigne ch'egli non istemperasse in lettere volanti ed effimere quella fiera sua bile, anzi la maturasse concentrandola in quest'opera di lena.
      E queste ed altre cose consimili, io dissimulerei per reverenza, non foss'altro, alla venerata memoria di lui, ove il silenzio non precludesse l'adito a veder chiaro in queste mene tenebrose, coll'additare a un punto e la venale scelleratezza degli uni, e l'efferata codardia degli altri, e l'immensità della corruttela, in un co' mezzi obbrobriosi messi in atto da chi la va radicando in Italia.
      Adunque alzo la voce io solo, poichè gli altri si tacciono.
      Tre, per quant'io mi sappia, le copie originali del Testamento politico di Giuseppe Garibaldi. L'una, la più completa e interamente autografa, che del continuo fu presso di lui e che passò di poi alla famiglia. La seconda di pugno del colonnello Basso, riveduta e corretta del Generale, rimasa in possesso di quel fido segretario e compatriota di Garibaldi. La terza, parte trascritta dall'Eroe, parte dal Basso ed a me commessa.
      Sul frontispizio d'esse tutte, distinto e netto, appariva il Sommario degli argomenti svolti per entro, quale scrupulosamente lampeggia riportato in fronte a questa lettera. E nel corpo del mio esemplare risultavano lacune assai circa materie a malappena abbozzate, o non trascritte, o ch'ei non aveva sviluppato per anco: e pentimenti, correzioni, liture e raffazzonature non poche. Ma perchè, - non ostante i pregi singolari onde il lavoro tutto rifulge: - fervidezza e novità di concetti, sublimità d'ideali, vigore di mente, acutezza e sicurtà di giudizio, vivificate da cognizione politica incomparabile degli uomini e delle cose - l'insieme qua e colà accusava certa crudezza di stile e di lingua poco limata, ei proponevasi, quando che fosse, di farlo rivedere e correggere da un nucleo d'amici suoi, uomini letterati e politici, fra' quali rammento, a cagion d'onore, ì dottori Bertani e Prandina, con Bovio, Filopanti, Cavallotti, Carducci e me scrivente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





Italia Testamento Giuseppe Garibaldi Basso Generale Garibaldi Eroe Basso Sommario Bertani Prandina Bovio Filopanti Cavallotti Carducci