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      Reclamai a voce, protestai su pe' giornali di Roma(69). E qual risposta alle mie rimostranze legittime, la polizia austro-sabauda - mi piglia ribrezzo a proclamarla italiana - mi fe' perquisire l'alloggio, e per colmo d'irrisione m'intentava un processo per disparizion simulata.
      Potevasi spingere l'impudenza più oltre?
      Possedevo, per buona sorte, le pòlizze delle due valigie involatemi. Ecco perchè i pretori di Spoleto e Foligno, cui veniva deferito l'affare, riconosciuta la giustizia della mia causa, unanimi emisero un'ordinanza di non farsi luogo a procedere.
      Altrimenti, non è dubbio ch'io avrei espiato di botto l'insigne delitto con quel carcere duro che mi s'impose più tardi!
      Strane ed incredibili veggo io che parranno le più delle cose che son venuto esponendo fin qui, e quell'altre c'ho preso l'assunto di narrare; ma oh quanto vere e tutte a mio pregiudizio!
      Epperò, grazie al fin qui detto; grazie all'altre rivelazioni ignominiose che verrò mano a mano palesando, m'è duopo osservare come i più cupi e tenebrosi romanzi non sono quelli davvero che talora si scrivono, bensì quelli altri che - tramati nel silenzio per conto dell'Austria - si consumano poi nel mistero e nell'ombra!
      Certificato il Generale dell'osceno maneggio; chiaritosi per tante prove de' perigli presentissimi che mi pendevano sul capo, quanto provvido altrettanto sollecito, fornivami i mezzi di riparare in Francia per camparmi da altri guai imminenti, consegnandomi due commendatizie autografe, l'una per Vittor Hugo, per Rochefort l'altra.


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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