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      Patrocinato da questo gran nome - portando fitta in core una grande missione - io m'avanzo imperturbato e sereno, sospinto dal plauso d'approvazione e dal fremito di 100 milioni di popoli oppressi. A quest'idea, che diventano essi mai i miei martirî, le mie calamità, i miei carnefici? Palpo le mie ferite, le benedico e sorrido, dacch'esse alimentando di novello vigore il mio spirito, hanno per avventura in minima parte concorso al trionfo della gran causa finale.
      Che s'io avessi travisato i concetti dell'Eroe, e palliato, se non taciuto quelle verità ch'egli esalta coraggioso - e intuonato ditirambi servili ed encomi bugiardi ad una o più monarchie - e segnatamente a quell'una che così amorosamente ci divora, giù giù fino alle più esose, straniere e iperboree; - ben so ch'oggi il mio dire sonerebbe gradito pure assai ed accetto nelle sfere officiali, ed a me saria dato vivere in Italia vita riposata, ben pasciuta e tranquilla.
      Ma so ben anco che il vitupero e l'abbominazione pioverebbero inesorati sovra il mio capo, in un col popolare disprezzo, i rimorsi e la infamia.
      Ond'è ch'io antepongo anzi proclamare a viso aperto e senza reticenze ed ambagi il vero pericoloso - che che me ne possa risultare ancor di sinistro - e vivere ramingo, fuggiasco ed esule perpetuo dalla patria mia - che mentire alla verità, alla mia coscienza ed a' miei giuramenti.
      Non però ignoro che questa pubblicazione raggraverà le persecuzioni passate e me n'attizzerà delle nuove; - so che con essa mi vo' chiamando la morte alle spalle; - so che il dar fuori un tanto documento mi porrà ancora a novello cimento co' miei feroci tormentatori.


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





Eroe Italia