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      Or l'autografo di mio avo si conserva da me, e son pronto a mostrarlo a chiunque abbia desiderio di vederlo. Che poi Eraclea sia stata una cittá tra Turio e Taranto, nel luogo che oggi chiamasi Policoro, e che nel suo territorio siensi ritrovati molti monumenti antichi, e tra gli altri le due celebri tavole commentate dall'illustre Mazzocchi, chi non lo sa? E qual meraviglia che dove sonosi ritrovati tanti altri monumenti siesi ritrovato anche questo?
      Sappiamo che Platone è stato in Italia. Ce lo attesta Apuleio e colui il di cui detto vale piú del detto di Apuleio, Cicerone. Che poi questo manoscritto sia consentaneo a tutte le tradizioni che la storia ci ha tramandate, apparirá chiaro dalla consonanza d'infiniti suoi tratti coi tratti degli scrittori piú accreditati della Grecia e di Roma.
      Cicerone ci ha conservata la memoria di un colloquio sulla virtú tenuta in Taranto tra Archita, Platone e Ponzio sannita. Sapevamo da Plutarco che Platone non aveva mai approvati li pensieri di Dione, che volea ristabilire il governo popolare in Siracusa; ma s'ignoravano le ragioni che avean mosso Platone a dissentir da Dione. Sapevamo che Platone avea tenuta con Dionisia un lungo ragionamento sulla felicitá; ma ci era ignoto ciò che gli avea detto. Or in questo manoscritto tali ragionamenti ritrovansi quasi interi. Vi si parla di Archita, di Timeo, di Ocello, di Alesside, ecc. ecc., e si descrivono quali giá ci apparivano o dalla storia o da quei frammenti delle opere loro che son pervenuti fino a noi.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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