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      In un altro angolo vedi Falanto ed i suoi compagni che sono sbattuti dalla tempesta sul lido de' messapi. L'oracolo avea lor detto che avrebbero ottenute le nuove sedi, ove fosse stato Falanto bagnato dall'acqua caduta dall'Etra a ciel sereno. La promessa era ambigua, e tali promesse non bastano agl'infelici scampati da un naufragio. Falanto si vede, oppresso dalla disperazione, seder a terra e posar il suo capo sulle ginocchia della moglie, che chiamavasi Etra. Etra piangeva e le sue lagrime bagnavano il capo di Falanto. Ecco l'oracolo adempito! Falanto ed i suoi prendon coraggio. Invian oratori agli antichi abitanti della regione, chiedendo loro asilo tranquillo e sicuro e poter coltivare quella terra che ad essi era soverchia. Gli antichi abitanti disprezzano un branco di miserabili, avanzo della tempesta. Vedi la battaglia; in cui il valor di Falanto vendica le offese fatte agli iddii ospitali. I messapi son vinti: di quei che salvaron la vita, una parte fu ridotta in servitú; un'altra fuggí e si riuní in Brindisi, ove fondò una nuova cittá. Qui Falanto è acclamato re, e compone i nuovi ordini della cittá nostra. Qui lo vedi fuggir nudo, perseguitato dall'invidia e dall'ingratitudine de' suoi compagni. Egli si ricovra in Brindisi, presso quegli stessi messapi, a' quali tanti danni avea cagionati. Ma il valore e la virtú son venerabili e sacri anche ai nemici. I brindisini vincon molte battaglie sotto la condotta di Falanto. Ma costui non poteva obbliare la sua patria, anche ingrata.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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