Pagina (29/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mantiene la repubblica tarantina quarantamila fanti e seimila cavalli, un'armata di mare piú potente di quella di terra(20).
      I tarantini hanno saputo mettere a profitto il loro sito, le relazioni che aveano coi loro vicini, il loro suolo. Il sito era il piú opportuno al commercio. Nessun porto vi è sul Ionio, dalla punta di Leucopetra fino ad Adria, che possa preferirsi a quello di Taranto. Il porto di Brindisi, che forse potrebbe per ampiezza superare il porto di Taranto, manca finora degli uomini necessari a mantenervi un commercio molto esteso(21). Tutti gli altri porti, che sono sul Ionio, sono piccoli ed incomodi. L'Italia al mezzogiorno di Taranto si va restringendo, ed il commercio è ivi diviso tra i popoli che sono sull'uno e sull'altro mare. Ipponio e Velia dividono il commercio di Locri e Crotone, e Reggio suddivide ancora il commercio di tutte e quattro queste cittá. Taranto si trova nella fronte dell'Italia che incomincia dalla Messapia a divenir spaziosa, ed è cosí il centro comune del commercio di molti popoli.
      I tarantini hanno ciò che nel commercio è utilissimo, una derrata privativa, che non teme concorrenza, la porpora. Essi la traggono da due specie di conchiglie, una delle quali dá un liquore di turchino carico, e l'altra di un rosso chiaro. Dalla diversa preparazione e dalla varia mistura di questi due liquori nasce quella quasi infinita varietá di colori, che si vendono sotto il nome di "porpora". Il piú pregiato è quello che si rassomiglia alla violetta(22). La quantitá della porpora, che in Taranto si prepara, è tanta, che dai cocci che avvanzano si è formato un monticello fuori della porta Marittima.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Ionio Leucopetra Adria Taranto Brindisi Taranto Ionio Italia Taranto Velia Locri Crotone Reggio Italia Messapia Taranto Marittima Ipponio Taranto