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      - La volontá e la libertá di dir sempre il vero - rispose Platone.
     
     
     
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      PLATONE A CRITONE(43)
     
      [Guerre e paci di altri popoli, discorsi preferiti dei perditempo - Ignorano e dispregiano le cose della propria patria - Delle nazioni straniere parlano a orecchio e spropositando - Si lascino pur chiacchierare: riveleranno, cosí, da sé la propria stoltezza - Abbondano dopo le turbolenze civili - Discussioni dei tarantini sulla forma di governo loro conveniente - Consigli di Platone - Non trascurare gli affari domestici per ciarlar troppo dei pubblici - Non desiderare cose inconciliabili: p. e., i piaceri sensuali e la virtú militare - Non istuzzicare con la boria nazionale popoli piú potenti - Non insolentire contro i propri governanti - Né sospirare di continuo per un governo migliore - Ma Platone è ritenuto dai tarantini maestro di tirannide.]
     
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      Quando hai conosciuti i savi ed i matti di una cittá, non hai conosciuto ancor tutti i cittadini. Vi rimane una classe mezzana, che è la piú numerosa, ed è composta di coloro i quali, essendo matti, non parlano, non trattano che cose, le quali dovrebbero esser riserbate ai savi.
      Nel portico di Falanto si ragunan tutti i giorni molti, la cura principale de' quali è di ragionar della guerra e della pace di tutt'i popoli della terra. Quando sei tra loro, ti par di essere in un concilio di re. Battaglie vinte e perdute, capitani premiati o puniti, province e regni dati e tolti, son la materia giornaliera dei loro discorsi.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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