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      Ma, dopo l'esercizio di cinque anni di virtú, non ti pare che un uomo debba incominciar veracemente ad amarla?
      Il genere umano ha sofferte piú numerose e piú gravi sciagure per la stoltezza e la scelleraggine degli uomini che per le grandi commozioni della natura. Ma, tra tutt'i beni che la stoltezza umana ha impediti, non è il minore quello di non aver adottato in tutte le cittá l'istituto di Pittagora; e, tra i mali che la loro scelleraggine ha cagionati, il massimo è quello di averlo distrutto anche in Italia. Io ho data a mia madre la nuova di esser stato ammesso tra i pittagorici: ho creduto darle la nuova di una felicitá, che la sorte avea concessa al figlio che essa ama. Se io avrò un figlio, chi sa se mai potrá un giorno scriver la stessa nuova a me?
      La societá è disciolta. Pochi grandi uomini avvanzano ancora, come torri che vedi sovrastar, distanti, isolate, tra le ruine di una cittá che l'incendio ha consumata. I giovani non amano piú una scienza che non è quella de' piaceri. Il rigore delle prove si è rallentato. Diodoro fu il primo ad esser ammesso nella societá senza veruna prova(60).
      Oggi, per essere ammesso, ti basta un tenor di vita moderato, una scienza ordinaria ed un pittagorico degno di fede, che ti presenti e colla sua parola ti raccomandi. Io non osava chieder questa grazia a Platone; ma egli ha prevenuto i miei desidèri. M'istruiscono Archita le Clinia.
      Tu conosci il primo, perché egli è stato piú volte in Atene. Clinia, vecchio venerabile, compagno un tempo di Filolao e capo, finché non fu distrutto, del collegio pittagorico di Eraclea, scampò a gran pena la vita nella sollevazione di questa cittá; e, ristabilito l'ordine, or passa gli ultimi dei suoi giorni tra i suoi amici in Taranto, sua patria.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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