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      Col tempo, si è scoperto che tra noi e la divinitá esiste una catena immensa di esseri, dei quali l'uno dipende dall'altro; e, prima di arrivare all'ultimo anello, è necessitá conoscere i rapporti di tutti gli altri che sono di mezzo, e la varia natura de' quali forma leggi inalterabili tanto per quelli che ne dipendono quanto per gli altri da' quali dipendono essi stessi. Pindaro diceva che la legge siede regina de' mortali e degl'immortali. Rimane però tuttavia una scienza di divinazione, perché è quella sulla quale le menti di tutt'i popoli eran modellate, e perché, essendo impossibile che i filosofi conoscano tutti gli anelli della catena, ed ignorando il volgo la parte piú difficile della sapienza, che è quella di dubitare, appena i primi si arrestano, il secondo salta tutti gli anelli incogniti e corre colla mente al primo.
      I filosofi dividon la filosofia in due parti: una ricerca ciò che è in me; l'altra ciò che è fuori di me. Quindi la divisione di tutte le scienze in morali e fisiche(66). Ma vi è in me una parte libera ed un'altra sottoposta alle stesse leggi che dominano tutti gli altri enti dell'universo; e questi, al contrario, hanno una natura intrinseca ed immutabile ed un'altra apparente, la quale cangiasi a seconda del mio modo di sentire e di vedere. Quindi la scienza dell'uomo deve avere ed ha molti punti comuni con quella della natura; e da questi punti discendono tutte quelle nostre cognizioni pratiche, quali sono la medicina, la ginnastica, la meccanica, quella parte della musica la quale si occupa degl'istrumenti.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Pindaro