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      Tra questi, taluni si son rimasti a stabilire il vero senso delle parole, e quella serie e quella giuntura delle medesime che fosse la piú naturale e la piú chiara. Altri sono passati piú oltre, ed hanno ricercato l'origine delle parole medesime: dalla quale, ben intesa, talora si comprende meglio la idea che si vuole esprimere; talora si toglie un errore, che nel mal uso di questa parola si contiene. Mi si narra da Platone che il vostro Socrate avea in gran pregio tali ricerche e le credeva utilissime alla scoperta del vero.
      Ma le parole non sono che la materia dei nostri discorsi: è necessario metterla, come suol dirsi, in opera e parlare. I retori si sono incaricati di tali precetti. Tu li vedi: occupano tutto intero quel lato della sala. Empedocle è uno de' piú antichi, e forse tuttavia il migliore. Coloro che lo han seguíto sono infiniti.
      - O Clinia - dissi io, - tutti voi altri italiani dovete esser molto eloquenti. Almeno tra voi l'apprender l'eloquenza deve costar meno che in Atene, dove Isocrate non l'insegnava per meno di un talento e Gorgia pretendeva anche di piú. -
      CLINIA. Di tutti questi scrittori, pochissimi son quelli che noi leggiamo e che consigliamo agli altri di leggere. Essi son molti di numero, perché facile è la scienza che insegnano e di facile smercio tra 'l volgo, di cui è eterna natura quella che lo spinge a voler imitare i grandi uomini colla minor fatica e col minore incomodo che sia possibile. Questi scrittori, dunque, ti numerano diligentemente tutte le parole, ti misurano tutte le sillabe, ti scompongono tutti i periodi di un poeta o di un oratore, e poi ti dicono: - Ecco ciò che il tale ha fatto, ed ecco ciò che devi fare ancor tu, se vuoi divenire eguale a lui.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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