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      Elena deve esser bella, e non giá la veste ricca.
      Se tutte le cose, delle quali gli uomini si occupano, avessero quella evidenza di veritá che accompagna le cognizioni matematiche, tutta l'arte de' retori sarebbe interamente inutile. Sola materia dell'eloquenza č ciň che č probabile(78), e l'unico suo fine č quello di farlo apparir vero. Vuoi saper quali ne sieno i mezzi? Quegli stessi che adoprano i matematici: cioč preparar le menti altrui coll'esposizione di quelle idee che sono necessarie a poter comprendere quella che tu vuoi persuadere.
      Il germe di tutte le veritá č in noi stessi; e quegli č l'uomo veracemente eloquente, il quale, conoscendoli, li sa fomentare, li fa schiudere e fa quasi costruir da me stesso l'idea della quale egli vuol persuadermi. Un loquace mi assorderá con inutili ciarle. Come le bálie stancano i fanciulli finché li sorprenda il sonno, e poi veggano la notte tutte quelle fantasme, onde loro avean ripiena la mente nel giorno; il sofista mi ridurrá a tacere, a dormire: la mia mente ondeggerá tra mille sogni. Ma non perciň tu potrai dire di avermi convinto: la mia mente non presterá mai pieno assenso se non a quella veritá che crede sua.
      Quindi č che il nostro Parmenide, e dopo di lui il vostro Socrate, credevano il piú efficace metodo di persuadere esser quello d'interrogare. In tal modo si scandaglia la mente altrui, finché si ritrovino i germi di quella veritá che si ricerca, e nel tempo istesso si vanno sgombrando a poco a poco e tutt'i pregiudizi e tutti gli errori e tutte quelle parole inesatte, che ricoprivano i semi del vero ed impedivano che germogliassero.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Parmenide Socrate