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      Calunnie! Egli rispondeva: - Prima che i pittagorici nascessero, giá erano stati uccisi molti re; e forse le sollevazioni, le turbolenze, le vicende civili erano allora e piú frequenti e piú crudeli, perché mancava, tra coloro che reggevano e coloro che ubbidivano, un mezzo per intendersi, per emendarsi a vicenda. Come il vento, che soffia dai lidi dell'Africa, né trova in tutte le immense pianure del Tirreno un colle, una pianta, che ne rompa il corso, che ne divida la violenza, produce la tempesta appena tocca i lidi nostri; cosí il piú leggiero malcontento finiva col sangue. Voi mi consigliate a discacciare i filosofi; ed io vorrei che tutti i miei cittadini lo divenissero. Non mi mancherebbe, ciò che oggi spesso spesso non trovo, chi voglia e chi sappia dirmi il vero. Chi mi dice: - Anassilao, tu sei potente; - chi: - Anassilao, tu sei generoso; - chi: - Tu sei felice, Anassilao. - E qual diletto posso io mai trovare in udirmi ripetere tutti i giorni queste ed altre simili parole, delle quali molte non son vere, molte non si debbono a me ma alla fortuna, nessuna è tale che possa meritar fede? Nello stato in cui gl'iddii mi han messo, come volete voi che mi si tenga un linguaggio diverso? Ma, quando un uomo mi dice il vero e mi crede degno di udirlo, mi dá una lode sincera e tale che niuna parte in essa può pretender la fortuna; lode mia, tutta mia, che sola mi giova e mi piace di udire. -
      Ad un altro, che gli diceva. - A che ti servono cotesti tuoi amici filosofi? Tu regneresti egualmente senza di essi; - egli ripose: - Ma essi m'insegnano a regnare ed esser amato.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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