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      - Chi è dunque questo Pittagora? qual è la sua patria? quale la sua etá? dove è nato? dove è morto?... - Io volea far tutte queste dimande ad Archita. Ma, prima di ragionarne con lui, esposi i miei dubbi a Platone; ed ecco ciò che egli mi rispose.
      - Noi altri greci siam facili a formarci delle favole, che poi rivendiam quasi vere storie. Non curiam le storie degli altri popoli: l'unica nostra cura è quella di dar nome ed origine greca ad un uomo di cui abbiam saputo l'esistenza. Mostriamo in Creta il sepolcro di Giove, in Delo la cuna di Apollo, in Tebe quella di Ercole; e, pieni di nazionale fiducia(115), diciamo: - Qui son nati, qui son morti, e tutti gli altri popoli l'han conosciuti dopo di noi. -
      Quale è la patria di Pittagora? Metaponto, Fliunto, Samo, Tiro si disputano questo onore. Vi è chi lo crede lucano, chi egizio, chi etrusco. Taluno ti dice che suo padre, Mnesarco, Mnestero, Demarato (chi sa il suo nome?), gioielliere, mercante di grani o altro che fosse (poiché il suo mestiere è piú incerto del suo nome), partí da Samo, sua patria (né si dice se questo fosse il nostro Samo di Grecia, o l'altro che pur vi è qui in Italia), ed andò colla sua moglie a Delo, ove Apollo se ne innamorò, e fece con lei una di quelle cose umane, che Omero con tanta indecenza ha attribuito alle nature divine. Il marito, mosso da rispetto pel nume, cangiò l'antico nome di Partenaide, che avea la moglie, in quello di Pitiade, e partí per Sidone, dove gli nacque un fanciullo, cui fu imposto il nome di Pittagora.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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