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      Se l'autore di questo racconto avesse avuta l'accortezza di far sí che Partenaide, nel tempo che viaggiava gravida del suo Pittagora, avesse toccato l'Egitto, avrebbe contentati tutti coloro che pretendono aver avuta parte alla nascita di questo grand'uomo!
      Non vedi tu che tutte queste son favole inventate dal volgo o credute dal volgo, il quale trova sempre o finge facilmente il meraviglioso ed il divino in tutti gli uomini che ammira? Se avvenisse mai che io un giorno acquistassi tra i greci quella celebritá che Pittagora ha tra gl'italiani, non sarebbe impossibile che il figlio di Aristone divenisse figlio di Apollo(116).
      Gli accidenti della vita di Pittagora sono miracolosi, come quelli della sua nascita. Egli aveva una coscia d'oro, dicono taluni; altri, egli si ricordava di essere stato Euforbo nella guerra di Troia; calmava le tempeste; prediceva i tremuoti...
      Tutta questa parte d'Italia č quasi un tempio elevato al nome di Pittagora, ed ogni angolo del medesimo ha un monumento che ricorda un miracolo fatto da lui.
      Queste cose in parte sono state finte da altri, in parte sono derivate da que' principi che Pittagora predicava. Egli, per esempio, avea detto che le nostre anime non morivano, ma passavano da corpo in corpo. Naturalmente sorge nel volgo la curiositá di domandare: - Ma tu ti ricordi di alcuna di queste tue trasmigrazioni? - Or chi risponde a questa domanda? Il volgo stesso; perché, quando anche avvien che risponda un saggio, la sua risposta sará sempre tale che il volgo avrá bisogno di domandar di nuovo, ed in ultimo č sempre il volgo che risponde al volgo.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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