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      Le scienze umane incominciano sempre dalla divinitá e sogliono, perciò esser per le cose della vita inutili, per il maggior numero degli uomini astruse: i savi disputano e l'agricoltore non impara nulla. Vi è una distanza immensa tra Dio e natura, aratro e legumi. A misura che questa distanza si riempie collo studio delle cause seconde, la scienza si avvicina alle arti ed alla vita, e diventa piú utile, piú facile e piú comune.
      Le donne pittagoriche rinomate per libri che hanno scritto sono moltissime. Tra le piú illustri si contano Esara e Bindace, ambedue lucane. La seconda fu sorella di Ocello e di Ocilo. La prima ha scritto un trattato sulla natura dell'uomo(125), ove tu trovi tanta forza di ragione, che quasi sei costretto a dubitar del sesso dell'autore. Mia, Teano, Melissa si sono occupate di oggetti domestici, ed hanno scritto sull'educazione de' figli, sui doveri della moglie e della madre di famiglia.
      Ho visto il ritratto di Teano, la quale riuniva alla sapienza anche i doni della grazia e della bellezza. Il pittore ha voluto conservar memoria di quel momento in cui ella usciva dal tempio di Giunone. Alla bellezza, alla grandiositá delle sue forme, alla nobiltá che traspira da tutti i suoi atti, tu diresti esser la stessa diva che esce dal tempio in mezzo al popolo suo. I giovani crotoniati pendono affollati intorno a lei; e ti par leggere ne' loro occhi scintillanti, nelle loro labbra mezzo aperte, nel convellimento in cui sono tutte le loro membra, quella impazienza di possedere, che è l'ultimo grado del desiderio.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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