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      È qualche tempo da che tali avvenimenti son passati dalla scena alla curia ed al fòro; e, non dubitate, avrete anche voi buon numero di sapienti, che rivolgeranno le loro cure agli studi delle cose civili. L'uomo, per l'ordinario, sa quello che i suoi tempi gli permettono e gl'impongono di sapere.
      Tra queste grandi commozioni politiche si scoprono le vere leggi della societá, perché si veggono coll'esperienza gli errori di coloro i quali avean creduto potere, nell'ordinare le cittá, sostituire i loro fini privati ai fini generali della natura. Per qualche tempo essi non si avvedevano dell'errore: non se ne avvedeva il popolo, e concorreva con loro ad innalzare un edifizio insensato. Ma l'ordine contrario delle cose ne batteva e rodeva sordamente le basi, simile all'onda del mare, che, rodendo le falde di immensa montagna, la riduce un giorno a crollare, e gli abitanti non si avvedono dell'eterna potenza delle onde se non quando li desta il fragore del monte che innabissa.
      Ciascun ordinator di cittá ha scelto tra i fini della medesima quello che sembrava a lui il piú utile ed il piú glorioso.
      Chi amava la guerra, ha detto: - Io fonderò una cittá di guerrieri; il mio nome sará in tutte le cittá il nome de' memorabili avvenimenti. - L'audacia ed i primi eventi felici han reso il popolo ingiusto al di fuori, insolente al di dentro. Qui tumulti e sollevazioni; lí odii; guerre eterne; lá stanchezza in mezzo alle piú gloriose vittorie; da per tutto la corruzione, il disordine, la debolezza.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772