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      Or tutti quegli astri che noi abbiamo osato numerare, e quegli altri ancora che non potremo numerar giammai, son tanti soli, intorno a cui si aggirano mille altri milioni di astri erranti, simili a questo che noi abitiamo. Ciascuno di essi ha un sole, che è il suo centro. E questo milione di soli credi tu che sia senza un centro comune? Allora l'unitá del mondo sarebbe distrutta. Migliaia di essi girano intorno ad altri soli, che a migliaia anche girano intorno ad altri, e questi ad altri ancora, e tutti si muovono intorno ad un punto comune, dove è la sede dell'intelligenza suprema e donde emana la forza e la legge che anima e sostiene la natura. Ivi è quel fuoco elementare, quella luce pura, che, rivestendosi poi di forme sensibili, scorre di astro in astro finché forse ritorna all'eterna sorgente, donde è uscita. Ivi è la fonte di ogni intelligenza, che forse, passando da essere in essere, scorre anch'essa l'immenso giro che fa la luce. Ivi...(151).
      Credi tu che tutto ciò sia un sogno? O mio caro amico, io non lo so; ma, chiusi nel carcere corporeo, noi che altro possiam fare che sognare? Ma, tra tanti sogni, quei, che piú si accostano al vero, son sempre quelli che piú hanno di sublimitá e di maestá, perché sublime, grande, ammirabile è l'architetto della macchina, di cui tentiamo conoscere l'ordine e le parti. Rivolgiamo uno sguardo in noi stessi. In mezzo a tanti milioni di soli ed a tanti milioni di milioni di esseri, che son profusi nell'immensitá dello spazio, che siamo noi?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772