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      Se avessero diviso il territorio coi tarantini, sarebbero stati amici, perché eguali. Tra le cittá non vi è mezzo: o la perfetta eguaglianza o la prepotenza decisa. Nel primo caso, le cittá vicine ti amano; nel secondo, ti temono. Se all'ambizione riunisci la viltá, ti arresti in mezzo al corso delle tue vittorie e dici: - Son contento di questo poco che io possiedo di piú degli altri; - avrai fatto quanto basta per esser odiato, e nulla per esser temuto: sará inevitabile la guerra, ma non certa la vittoria.
      Ho osservato in Metaponto la casa del collegio pittagorico. È una delle piú vaste che vi sieno. Dicesi che quella di Crotone sia piú vasta ancora; ed io lo credo, perché Crotone e Metaponto sono state quasi le due cune di questa scuola(169). Oggi questa casa è il luogo meno frequentato della cittá.
      Vi è in Metaponto un tempio dedicato a Minerva. Si mostra a tutti i viaggiatori il sepolcro di Epeo, e si conservano ancora gl'istrumenti coi quali questo famoso greco fabbricò il fatale inganno che distrusse Troia(170). - Ecco una sorprendente raritá! - dissi a Nicocle, giovinetto metapontino e figlio di Clitomaco, nella di cui casa ospitavamo.
      - Non è la sola - egli rispose. - Se tu scorri tutte le nostre cittá, troverai in ciascuna qualche uomo o qualche cosa che appartenga a Troia. Qualunque de' duci greci, oltre Ulisse, il quale non sia stato fulminato come Aiace, o ucciso dalla sua moglie come Agamennone, o non sia morto sulle rive del Xanto, è stato strascinato dai fati in questa terra.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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