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      E, siccome tra cento non vi può esser che una sola la quale possa aver ragione, cosí io dico: - Novantanove tra cento mentiscono. - E, se hanno mentito novantanove, perché non crederò che abbia potuto mentire anche una di piú?
      - Perché è necessario che Omero sia nato in qualche luogo.
      - Chi lo nega? Ha potuto però nascere in una cittá diversa da tutte quelle che si dánno un tal vanto.
      - Ma quale antico scrittore lo attesta?
      - Non vi è bisogno che lo dican altri: lo dico io, e credo meritar tanta fede quanta ogni altro che lo dicesse. Se lo dicesse un altro, che avressimo noi di piú per decidere i nostri dubbi? Oggi contiamo cento opinioni: allora ne conteremmo cento ed una. Tu ben vedi che sarebbe cresciuta l'incertezza, e niente di piú: la nostra mente, invece di guadagnare, avrebbe perduto. Che faresti tu allora? Produrresti, in prova della tua opinione, l'autoritá di un altro uomo, che il caso ha voluto che vivesse prima della nascita di tuo padre? Ti si opporrebbe l'autoritá di cento altri coetanei di tuo avo. Diresti che l'autor tuo è antico? Gli altri cento sarebbero antichi egualmente. Diresti il tuo esser piú degno di fede? Ti si chiederebbe un fatto che smentisca il detto degli altri. Finalmente, ad ogni modo, o dovresti abbandonar le opinioni altrui, o sostenerle con argomenti tratti dal fondo della tua ragione. Segui dunque dal bel principio la ragione tua, dá' te stesso e la mente tua per autor di ciò che credi, e lascia stare i detti di coloro che son morti prima di te.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Omero Novantanove