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      - Cioè, che le favole omeriche sieno state scritte in Italia? Te l'ho giá detto: perché gl'italiani le hanno conosciute e le hanno potuto scrivere prima di voi. Gl'italiani han creata la poesia di Orfeo. Chi ha creato l'antico poteva crear anche il moderno. I nostri pittagorici sono stati accusati di aver composti molti poemi e di averli spacciati sotto il nome di Omero(180). Chi ha fatto dieci versi ha potuto anche farne mille.-
      La sera raccontammo il nostro ragionamento a Platone, ad Archita, ed agli altri amici che eran con noi a cena. Si applaudí da que' sapienti all'ingegno di Nicocle. Ma costui rispose: - Io ho torto per aver perdute disputando due ore, che si potevan dare alla lettura di Omero. Sul colle, ove ci siamo seduti, non vi era altro di meglio da fare che rileggere quei bei versi, ne' quali il piú veridico e potente dipintore delle memorie antiche descrive le carezze che Giunone fa a Giove sull'Ida. Espiamo questo sacrilegio, amici. Libiamo una tazza al nome di Omero.
      Egli nasconde la sua fonte come il sacro Nilo, ma l'origine delle sue acque è celeste. -
      E tutti bevemmo in onor di Omero il soave e robusto vino di Mamerto(181).
     
     
      ERACLEA
     
      Da Metaponto ad Eraclea vi è la distanza di cento quaranta stadi. Dopo il piccolo fiume Casuento si passa l'Aciri, fiume piú grande, comodo alla navigazione e confine del territorio di Eraclea. Questa è la piú moderna tra le cittá che sono sul mare. I tarantini e quei di Turio contendevano tra loro il dominio di quella regione che è tra l'Aciri ed il Siri, sul quale eravi una piccola cittá che prendeva il nome dal fiume.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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