Pagina (193/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Pare che in quell'epoca si generassero i primi semi di quelle discordie, che poi lacerarono e distrussero la Magna Grecia. Le federazioni si sciolgono, quando i governi, che le compongono, son troppo diversi ed in uno di essi si desta l'ambizione di conquistare. Anassilao non poté compir l'impresa di riunir sotto un governo solo la Magna Grecia. Morendo, lasciò i suoi figli sotto la tutela di Micito; uomo che dovea esser dotato d'infinite virtú, poiché, essendo un servo, seppe ispirar tanta fiducia al suo padrone e tanta ammirazione ai reggini, che quello gli affidò il governo di una cittá ancora memore della sua libertá, questi lo tollerarono e l'amarono(183). Ma Ierone, invidioso della grandezza di Reggio, sedusse i giovani figli di Anassilao e li mosse a scuotere il giogo del servo. Micito si ritirò in Grecia. I giovani abusarono del potere e lo perdettero; ma Reggio non ricuperò piú l'antica, piena, savia, tranquilla sua libertá, e della prima potenza non conservò altro che la corruzione de' costumi al di dentro, ed al di fuori l'invidia degli eguali ed il dispetto de' popoli piú deboli. Dionisio s'impadroní di Messina, ed i reggini s'ingelosirono della potenza di Siracusa, come questa erasi ingelosita della potenza di Reggio. Pure Dionisio ricercò la loro amicizia, tra perché temeva ancora i cartaginesi, tra perché volea tener aperta una porta per entrare in Italia, né eravi cittá a tal fine piú opportuna di Reggio. Egli richiese una reggina per moglie. Gli fu risposto di non esservi altra da dargli che la figlia di uno schiavo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Magna Grecia Magna Grecia Micito Ierone Reggio Anassilao Grecia Reggio Messina Siracusa Reggio Dionisio Italia Reggio Anassilao Micito Dionisio