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      Dell'uomo virtuoso, al contrario, essi consegnan il corpo e le cose ai capricci della fortuna, onde servan o di stimolo o di conforto alla virtú altrui. Uomo virtuoso, che sei tra le sventure, perché quella lagrima? Tu ignori la nobiltá del fine a cui ti han riserbato gl'iddii. Se ti avessero fatto dono di una vita comune, simile ad un soldato gregario, tu rimarresti nei posti piú oscuri e moriresti senza che altri si avvegga mai che tu manchi, senza che altri mai ti richiami. Or essi ti mettono ove il bisogno è maggiore, ove non si mettono che i bravi: essi voglion di te dare un esempio di virtú a molti secoli. Compi la tua impresa. Che chiedi tu di quell'obolo, per lo quale gli altri vendon l'anima e la vita? Il tuo premio è maggiore. -
      Cosí disse Filolao. Sopraggiunse la moglie. Conduceva i due figli minori per mano. La figlia piú grande corse a gittarsi ai piedi del padre ed a bagnarli di pianto. - Sorgi, mia figlia - le disse, abbracciandola; - sorgi e consòlati. Non perciò hai perduto il favor degl'iddii. - Gli amici dimandarono alla moglie quali nuove avesse del giudizio del suo marito. Ella non rispose, e si avvicinò al muro, ove stette immobile, muta, fissando sopra il marito due occhi impietriti, sui quali giá si era inaridita la lagrima.
      Un momento dopo, il carnefice entra, accompagnato dai satelliti suoi. Filolao si leva dalla sedia per andar loro incontro, e porge le braccia per farle legare. E, rivolgendosi agli amici: - È questa - disse - l'ultima volta in cui mi vedrete legato!


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Filolao Filolao