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      La nuova cittá trasse il suo nome da Turia, fonte poco lontano dalle sue mura. Ma questo nuovo nome di Turio ha lo stesso significato dell'antico Sibari, e dinotano ambedue "abbondanza"(195). Quando tu scorri l'Italia, incontri ad ogni passo simili nomi, che quasi diresti mistici, i quali indican sempre la stessa cosa che era indicata da un altro nome piú antico, che oggi non è piú in uso: prova convincente di rimotissima antichitá e di gravissime vicende nella successione de' popoli!
      Turio sta pochi stadi lontana dal mare. Il suo porto è Rosciano(196). La cittá è regolarmente edificata. Rappresenta un rettangolo, il di cui lato piú lungo si stende da settentrione a mezzogiorno. Quattro strade la dividono in lunghezza, e prendono il nome da Ercole, Bacco, Olimpia, Venere; le tre, che la suddividono in larghezza, chiamansi dell'Eroe, di Turio e di Turino. Gli edifizi sono magnifici.
      Tutto il popolo è diviso in dieci tribú, delle quali tre prendono il nome dalle tre piú illustri cittá di Arcadia: le altre chiamansi beotica, anfizionica, dorica, iada, attica, euboica, nasiotea(197). Gli abitanti han voluto conservare le memorie della loro origine; il che io reputo somma imprudenza e cagione d'infinite invidie e di pericolose sedizioni, dalle quali non è stata esente la cittá di Turio. Quell'avanzo di sibariti, che per coltivar le proprie terre ebbe bisogno d'invitare nuovi uomini dalla Grecia, quando ebbe accolti i nuovi coloni, per qual cagione perdette quella nuova felicitá, che la popolazione, ristorata dalle sue antiche perdite, gli prometteva? perché non seppe, neanche nelle disgrazie, deporre l'orgoglio dell'antica origine, e pretese goder solo tutti gli onori e tutto il potere.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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