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      Noi ammiriamo tanto quella legge di Solone, per cui son dichiarati infami tutti quei padri i quali non insegnano ai loro figli un mestiere. Caronda ha fatto di piú, ed ha ordinato che tutti i figli de' cittadini si dovessero consegnare ad una scuola, per esser ivi istruiti nelle lettere da maestri pagati con pubblico salario. Questi ordini sono comuni a molte altre cittá d'Italia, e mostrano la parte che nel far le leggi hanno avuta i sapienti(202). Le nostre cittá per le buone lettere non spendono un obolo; prova che i nostri antichi legislatori non le hanno tenute in grandissimo conto.
      Licurgo sancí le sue leggi col giuramento, che gli spartani diedero di osservarle fino al di lui ritorno. Caronda ha creduto che il solo giuramento, in cosa di tanto pericolo, non bastasse, e vi ha aggiunta una pena. Qualunque dei cittadini vorrá proporre un cangiamento a qualche legge, potrá farlo; ma dovrá presentarsi all'assemblea del popolo con una corda al collo, e, se il cangiamento proposto non è accettato, la legge lo condanna ad esser impiccato.
      Un uomo, il quale si presenta al popolo con una corda al collo, dá uno spettacolo che offende piú la fantasia che la ragione. Si dice che questo avvilisce gli animi. E sia. Qual male da ciò? Quello, che è male, non è giá che manchino leggi nuove, ma bensí che si estingua il rispetto per le antiche. Chiunque propone cose eque non ha nulla da temere, poiché, quando anche avviene che la legge antica non si cangi, il popolo però spesso o la interpreta o la modifica o la sospende.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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