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      Io lo so: tenute finora come schiave dai vostri mariti, i quali vi davano ogni giorno, colla loro dissolutezza, una nuova rivale; disprezzate dai vostri figli, i quali eran corrotti dagli esempi paterni; voi non avevate altra cura che quella di tesaurizzare. Questa è la cura delle meretrici e degli schiavi. Ma io ho imposto ai mariti di amarvi, ho imposto ai figli di onorarvi: non volete voi rendervi degne del loro amore e del loro rispetto? Non volete voi fare un sacrificio per la patria?... Io mi diriggo a voi, perché io reputo... -
      Una voce sola s'udí tra le donne: - Buono è il ragionar di quest'uomo! - E tutte, sciogliendosi in lagrime, si mossero verso il tempio di Giunone, ove deposero in offerta alla dea ed alla patria tutti gli ornamenti loro. Gli uomini, quasi avendo a rossore che donne deboli e capricciose li avessero vinti nell'amore della virtú, giurarono di cangiar vita. E cosí tutta la cittá, che prima era perduta per dissolutezze, divenne migliore e piú cara agl'iddii.
      Pittagora, dopo aver emendati i costumi, riordinò gli ordini civili e la milizia. Egli avea l'autoritá d'un dio, perché il suo potere era quello della virtú. L'esempio di Crotone mosse tutte le altre cittá, ed egli inviò nelle altre i discepoli suoi, i quali purificaron la religione, riformarono i costumi, riordinarono le leggi. Avea stabilita la sua dimora in Crotone, ma tutte le cittá gli erano egualmente care. Comandava a ciascuna la giustizia ed a tutte consigliava la pace.
      Ma che non può la corruzione degli uomini?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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