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      Se da quest'ampio orizzonte raccogli lo sguardo in ciò che piú da vicino ti circonda, tu vedi un piano ornato di annosi e venerandi abeti, i quali colla loro ombra preparan l'animo al rispetto per la dea che ivi si adora, e lieto per verdeggianti praterie, per le quali errano, senza timore né di uomini né di fiere, i greggi e gli armenti sacri alla dea. Il vento istesso par che rispetti la santitá di questo luogo, e si mostra nel vestibolo del tempio un altare coperto di cenere, la quale i sacerdoti giurano non essere stata mai smossa dall'aria(262).
      Le abitazioni de' sacerdoti sono sparse per il bosco. Essi formano un collegio, cui presiede un vecchio per santitá di vita e per sapienza venerando; né alla sapienza manca di aggiugnere, per rendere il luogo piú venerabile al volgo, qualche profezia e qualche miracolo. Il tempio era ricco di offerte votive. Oggi non vi son piú: Dionisio lo ha saccheggiato(263).
      Non ti descriverò tutto intero il giorno della festa. Esso rassomiglia a tutti gli altri giorni di festa di tutto il mondo. Ho conversato coi sacerdoti, e li ho trovati egualmente sacerdoti: zelanti della dea e, piú che di lei, de' suoi ministri. Ho conversato con le donne, e le ho trovate come tutte le altre donne: un poco di divozione, molta curiositá e moltissima vanitá. I venditori s'ingannano a vicenda. Gli stranieri millantano le cose loro in faccia a quei del paese, che si vendicano con millanterie non minori. I giovani corrono, si urtano, si stancano. Tutti dicon male, dicon delle sciocchezze e fanno all'amore.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Dionisio