Pagina (306/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ben sai che Zeleuco vieta il vender l'ereditá de' suoi maggiori(327). La stessa legge è anche in Crotone ed in Turio. In questa seconda cittá il censo, che la legge richiedeva nel cittadino che volesse aver parte nel governo, era troppo ricco; ed il governo stavasi per conseguenza in mano di pochi: il che fu cagione di molte sedizioni. Il censo fu moderato, ma rimase la legge che proibiva la vendita de' beni. In poco tempo essi si riunirono nelle mani di pochissimi; il governo divenne di nuovo oligarchico, e, per un effetto di quell'ordine naturale per cui gli estremi si toccano, all'oligarchia succedette l'oclocrazia(328).
      L'abuso dell'oligarchia preparò gli animi alle sedizioni, che coll'opera de' bruzi andò suscitando Dionisio in tutte queste cittá d'Italia. La sola Taranto fu libera da questa peste, perché nella sola Taranto il popolo era contento. Quella repubblica avea de' terreni comuni, che il popolo coltivava; avea molte arti e vasto commercio, sorgenti di agiato sostentamento per quell'altra parte del popolo che non possedeva terre; le magistrature distribuivansi in modo che tutti avessero diritto a pretenderle, ma i soli buoni ad ottenerle(329). Perché in Taranto non nacque tra la plebe il desiderio di esser padrona? perché non era serva. Perché in Metaponto, in Eraclea, in Turio, in Crotone, in Locri la plebe volle tutto? perché i nobili non avean voluto lasciarle nulla. E per una cittá il pericolo è egualmente grave, e quando il gran numero ha tutto, e quando non ha nulla(330).


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Zeleuco Crotone Turio Dionisio Italia Taranto Taranto Taranto Metaponto Eraclea Turio Crotone Locri