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      Vedi Antistene e Diogene? T'incominciano a dire: - Questo è un bisogno di ragione, - e la ragione può ben insegnar ciò che è comodo, ma non ciò che è necessario; - Questo altro è un bisogno della fantasia, - e questa che altro può immaginare che lusso? Per tal modo, anatomizzando l'uomo, distraggono il cittadino: gli tolgono i bisogni di vestire, di abitare, di coltivar la terra, gli vietano i piaceri che provengono dall'utile industria; ed allora qual uomo vorrá piú soffrire la pena di abitare una cittá? Una ventina di Antisteni, purché deponessero quel sudicio mantellaccio, dai buchi del quale traspare l'interna superbia(376), non sarebbero inutili in una cittá per ritardarvi la corruzione. Ma il troppo gran numero indica che la corruzione è giunta all'estremo o manca poco a giugnervi. Ciò, che è superiore alla natura, non può, senza estrema corruzione, diventar naturale.
      Vedi finalmente Aristippo ed i suoi discepoli, e tra gl'italiani Ipparco di Reggio(377), che rassomiglia ad Aristippo, ma che qui non ha avuto gran numero di seguaci. Gl'iddii diano tali uomini ai nemici della nostra patria!(378). Uomini i quali non hanno altro criterio di vero che i sensi; non altra esistenza conoscon che la sua; non altro bene che in sé; non altri doveri che per sé. Un uomo simile può essere il migliore cittadino di una cittá corrotta che non voglia guarirsi, ma è il pessimo di una cittá buona che non voglia corrompersi.
      Vedi, o buon Critone, i mali da' quali siamo minacciati?
      Ed ecco perché io ho tentato e tento sempre di fortificar la mente de' greci cogli eccellenti antichi metodi degl'italiani.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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