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      - Ben sappiamo - disse uno - che la musica è corrotta: si tratta di restaurarla, ed a questo appunto travagliano i nostri savi. -
      Ed egli: - Ho capito: anche tu sei uno di quei i quali credono che Pittagora abbia dimostrato le leggi dell'armonia esser comuni alla lira ed alle stelle! Io venero moltissimo e Pittagora ed Archita e Clinia: son tutti miei maestri. Rispetto moltissimo la scienza de' numeri e la credo opportunissima ad indicare i veri rapporti delle cose. Può essere anche, e perché no? che tra le leggi de' toni di una lira e quelle delle orbite de' pianeti sienvi somiglianze tali che possano esprimersi cogli stessi numeri(422). Ma intendiamoci: non si tratta di esprimere ciò che giá si sa, bensí di scoprire ciò che ancora s'ignora. Efestione mi dice, per esempio, che l'armonia della lira e quella delle sfere celesti si rassomigliano, perché quella ha sette toni, questa sette pianeti. Quell'altro noiosissimo pedagogo di Ermocrate crede che la somiglianza sia tra le distanze de' pianeti e gl'intervalli de' toni. Che ne sappiamo noi? Quello ch'è certo si è che tutti costoro errano nell'uso de' numeri: non ancora conoscono la vera legge dell'armonia, e giá vogliono assegnare a ciascun tono il suo numero: poi sommano, sottraggono, moltiplicano, dividono i numeri, scelgono quei prodotti, quei quozienti che sembran piú analoghi ad una certa specie di proporzione che si hanno fitta in testa: per l'ordinario preferiscon quelli che sono piú facili a calcolarsi, a riconoscersi, a rammentarsi; e ti dicono: - Ecco la vera legge dell'armonia.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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