Pagina (378/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - E se quest'armonia non piace? Pazienza! ma i numeri sono infallibili. Amici miei, credetemi: se amiamo la bella musica, buttiamo in mare tutt'i numeri. Si finisce di corrompere un'arte, quando le s'impone una legge che non è e che non può esser la vera, perché non è altro che un gioco della nostra fantasia. La suprema ragione dell'armonia sta nell'orecchio. -
      Disse, e poi proseguí mostrando come tutti i pittagorici erravano nella divisione de' toni e come, ad onta di tutt'i loro calcoli, era necessario ora accrescere, ora diminuire le terze, le quinte...
      Non ti narro tutto ciò che disse; ma parmi che sia pronto a dichiarar una guerra solenne all'armonia pittagorica; e ricco, qual egli è, di molto ingegno, chi sa che non la tenti con qualche successo? I nostri figli avranno una setta di piú; ma avranno perciò musica migliore? Ecco ciò che importa. A me intanto pare che Aristosseno abbia un poco di torto. S'egli ammette rapporti tra i vari toni, questi rapporti non si possono ottenere senza divisioni: un tono qualunque sará sempre una parte del grande intervallo che forma il diapason: il comma, il lemma(423), ecc., parti dell'intervallo piú picciolo che separa un tono dall'altro. Or non vi sono divisioni senza numeri. Potrete disputare se i numeri debban esser tali o tali altri, ma non potrete dir mai: - Io non voglio numeri. - Questa è la ragione per cui io credo che Aristosseno intenda dir qualche altra cosa che io forse non ho compreso: ciò che ho compreso non mi pare molto ragionevole(424). Ma giá questa soggiunta è piú lunga della lettera, ed io non son atto a decidere tal lite.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Aristosseno Aristosseno