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      XLV
     
      RISPOSTA DI PLATONE A CLEOBOLO
     
      [I filosofi insegnan l'arte, ma non possono dar l'estro - Insegnamenti di Socrate al riguardo - L'armonia è nella natura; gli uomini non hanno se non la facoltá di sentirla - L'artista raccoglie in un sol soggetto tratti d'armonia presentati dalla natura a individui diversi - Esempio: il "Giove" di Fidia - Nelle opere d'arte produce gran diletto il trasporto a un senso (p. e. agli occhi) dei piaceri di un altro (p. e. del tatto) - I mezzi adoperati dagli artisti (suoni, colori, ecc.) devono essere anch'essi armonici - Le "proporzioni armoniche" di Pitagora - Indubbi progressi dei pitagorici sul loro fondatore - Loro errori - Teorie musicali di Archita e Filolao - Nonché genericamente di musica antica e musica moderna, è da discutere, nell'una e nell'altra, dell'anima del compositore - La semplicitá dei costumi degli antichi rendeva efficacissima presso loro la musica - Perché la "selvaggia" musica degli arcadi dispiaccia agli ateniesi - La corruzione dei costumi introdusse anche nella musica greca il virtuosismo - Rozzo, sublime, bello, grazioso, lezioso: tale la parabola ascendente, poi discendente, che, col mutar dei costumi, percorrono in una nazione le arti - Ancora di Timoteo e degli spartani.]
     
      La sola veritá, che si rileva dalla tua lettera, è che tu ami Mnesilla. Un ateniese, il quale, avendo ragione, sa frenar la sua lingua da un motteggio, non può esser che un innamorato.
      Un musico pittagorico fa sbadigliar i morti in Taranto; un altro musico non pittagorico fa sbadigliar i vivi in Locri.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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