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      Il vecchio comprese il nostro segreto pensiero, e ci lasciò dire. Poi ci guardò in volto, sorrise un poco e ci disse: - Ed io voglio mostrarvi che né per l'uomo v'è gloria, né per la patria utilitá maggiore di quella che loro viene dall'agricoltura. A voi, che siete ancor giovani, le cure dell'agricoltura sembran noiose e quasi indegne di un uomo che si crede nato a penetrare i piú astrusi recessi della sapienza, a vincer nemici, dar leggi ai suoi concittadini. Sono stato giovine anche io, ed ho provate tutte le vostre passioni; ho visto il vuoto che è in tutte le dottrine, in tutte le grandezze umane; e, credetemi pure, ad un vecchio non rimane che l'agricoltura. Se la stanchezza del viaggio fatto - eravamo andati la mattina, io e Pompedio, a Duronia, e ne eravam ritornati alla nona - ve lo permette, se non vi è di noia, mentre si prepara il pranzo, noi possiamo fare un giro per queste mie terre. -
      Cosí dicendo, partimmo; e, camminando lentamente, egli proseguiva il suo ragionamento.
      - Io, dunque, sono stato giovane, ed ho provate tutte le passioni de' giovani. Mio padre mi avea lasciate molte terre: da questa eminenza potete misurarne coll'occhio tutta l'estensione. Ma, commesse alla cura de' servi, i quali altro interesse non aveano che quello d'ingannarmi, mi davano con grande spesa una rendita meschina. Io non le visitava mai. Chi mi voleva, mi dovea cercar ne' concili, ne' circoli, tra coloro che allora reggevano la somma delle cose. Io e Ponzio eravamo i principi della gioventú sannita: sempre emuli e sempre amici.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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