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      - Egli è padre, non di discordia, ma di aurea concordia - Il rispetto per la bellezza destò nell'uomo il primo senso di pietá - La bellezza eterna non è se non l'unione di tutte le virtú - Amore solo insegnò agli uomini a udir, tra i desidèri dei sensi, la voce della ragione - Perisca chiunque corrompe le leggi di Amore - Ma a chi ha bene e santamente amato gli dèi riserbano una felicitá infinita.]
     
      Rammentatemi, o muse, le chiare onde dell'Ilisso e quel platano, all'ombra del quale il sapiente figlio di Sofronisco sedette per ragionar col bel Fedro ragionamenti di amore. Volgeva l'ora del meriggio, quando l'ombra è piú grata ai mortali; quando le canore cicale allettano al sonno le menti degli oziosi, ma destano ed invitano ad alti pensieri i savi, che rammentano esser le medesime amiche delle muse, alle quali narrano tutto ciò che gli uomini dicono o fanno in di loro onore. Narrano a Terpsicore qual piú tra i mortali l'abbia celebrata ne' cori e nelle danze; ad Erato qual piú l'abbia onorata nelle cose di amore. Ma di coloro, i quali con ardor puro e nobile costanza han coltivati gli studi della sapienza, dell'armonia e della bellezza, ragionan con voi, o antichissima Calliope, o celeste Urania; con voi, che tali sermoni amate e ne fate tesoro, che poi riversate nella mente di que' felici tra' mortali che vi piace ispirare.
      - Vilissima cosa è l'amore - avea detto Lisia, l'allievo della falsa sapienza. Il di lui nome risuonava nel fòro sulle labbra del volgo ateniese, il quale non le parole piú savie, ma, simile all'eco, le piú romorose ripete.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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