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      - Io - mi ha detto - so che il sapiente Platone ed il bello-e-buono(486) Cleobolo non curan molto le ciance canore di noialtri poeti. Ma questa volta ho cantate le stesse loro idee. Spero che vorran riconoscere ed accogliere le proprie figlie, ancorché ritornino in casa con veste diversa da quella che aveano quando ne uscirono! -
      Noi dunque aspettiamo con rispettosa impazienza la sentenza del sapiente Platone e del bello-e-buono Cleobolo. Ma sappi intanto che il canto di Eraclito è gia celebre in Taranto; e gran parte della sua fama deve ad un dialogo di Aristippo intitolato Lo specchio a Laide(487), che è giunto tra noi pochi giorni sono, e che l'autore ha scritto in dialetto dorico, quasi per guadagnar la nostra benevolenza lusingando la nostra vanitá!
      Sebbene scritto in prosa ed in forma di dialogo, questo libro del filosofo di Cirene è piú poetico di moltissimi poemi scritti in verso. Soggetto ne è l'amore, non altrimenti che del canto di Eraclito. Questo fa sí che i due libri si paragonino; il paragone riscalda gli spiriti; gli spiriti riscaldati corrono agli estremi; e si dice piú bene e piú male che non si dovrebbe... È tanto meglio per la fama di un poeta, a cui sono egualmente utili e le lodi e le censure, purché sieno smoderate!
      Il dialogo di Aristippo pare scritto dalle stesse Grazie, ma non piú vergini e quasi diresti giá meretrici. Quando tu ne intraprendi la lettura, ti pare di ritrovarti in Citera o in Idalia, dove i poeti metton la reggia di amore, e che un cortese giovinetto ti si presenti e ti si offra per guida a conoscer tutte le parti del grande edifizio.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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