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      Non saprei dirti il come né il perché, ma io ben mi avveggo la condizione di colui che ama esser piú felice di quella di chi è amato. L'idea di ubbidire ad un tuo comando incomincia a rendermi dolce la stessa lontananza. Te lo confesso: non avea provato ancora un simile effetto. Ma qual altra mai avea saputo ispirarmi questi affetti che tu sola ispiri a coloro che ti conoscono?
      Non sono stato mai tanto vicino a te, quanto ora che per tuo comando ne sono lontano; non mai tanto contento di me stesso, quanto ora che adempio ad un tuo comando. Tu sei sempre con me; io non ragiono con altri che con te. Non ti ragiono né di gioie né di contenti, che importa? Ti parlo delle mie pene, di ciò che soffro per te; e questo è per me piú dolce di ogni altro diletto, perché mi sembra, mentre ti parlo, di vedere sul tuo labbro quel sorriso pietoso onde tu sei tanto parca e che in tre mesi non ho potuto ottenere giammai.
      Talora queste regioni montuose offrono alcuni siti pittoreschi, che sembran formati dalla natura per asilo di due anime amanti, le quali, obbliate, derise, perseguitate da tutti gli uomini, vi si ritirino per godervi la pace, gli anni e la vecchiezza di Filemone e Bauci. Non mi avvicino mai ad alcuno di tali siti, che non mi senta il core batter piú forte dell'ordinario e scapparmi dal petto un involontario sospiro. - Deh! perché - esclamo - non è qui con me colei che forma la metá della mia vita? - Ed abbandono ogni compagnia, e m'innoltro solo, pensoso, perdendomi entro que' labirinti che formano le quercie antiche quanto la stessa terra, e l'edera, i ginepri e quella vite selvaggia, la quale, stendendo ampiamente i suoi rami, pare destinata dalla natura a legar insieme tutte le varie parti della numerosa famiglia silvestre.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Filemone Bauci