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      Basta: sia la cosa come si voglia, ciò, che non farebbero oggi gli ateniesi, credesi che l'abbian fatto un tempo i sabini. Ed eccoti tutta la gioventú in cerca di nuove sedi, condotti da un capitano che chiamavasi Tauro. - No, non era il capitano che chiamavasi Tauro - ti dice un altro: - fu un toro vivo e vero, che Marte istesso inviò per guida ai giovani a lui consacrati; siccome, quando, qualche tempo dopo, questi giovani, divenuti mariti e padri, e mancando anche essi di pane, fecero una seconda primavera sacra, discacciando i figli loro come essi stessi erano stati giá discacciati dai loro padri, Marte inviò un lupo (i sanniti Io chiaman Irpo), il quale diede il nome a quella regione, che è alle falde del Taburno, abitata dai sanniti irpini, che sono nostri discendenti. Il toro dunque, e non giá il capitan Tauro, ha dato il nome a Boiano(492). -
      Ti ho narrato ciò che essi dicono. Tu vuoi che si ricerchino con diligenza le origini antiche de' popoli, perché credi che l'ignorar ciò, che sia avvenuto innanzi al nascer nostro, sia lo stesso che esser sempre fanciullo. Ora, di quello che ti ho narrato, tu credine ciò che vuoi. Io trovo egualmente inverosimile ed il racconto del toro e quello del capitan Tauro. Ma l'altra etimologia del nome di Boiano rammenta un avvenimento tanto antico, che non è maraviglia se il popolo ne abbia perduta la memoria. Le vestigia delle antiche fiamme non si riconoscon piú. Pare che Vulcano abbia ceduta questa regione a Nettuno. Non vedi che acque, le quali scaturiscono da infinite sorgenti e scorrono in piccioli ruscelli, finché, all'estremitá orientale della vasta pianura nella quale è situata la cittá, si riuniscono e formano il Tiferno.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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