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      Trasse a sé, ed a se solo, i giudizi, i tributi, le alleanze e le guerre. Al di fuori guerra eterna, onde distrarre un popolo naturalmente feroce dal senso de' mali che soffriva. Al di dentro crapole, vizi, lascivie, tutto ciò che poteva maggiormente invilir gli animi e renderli piú pazienti di servitú: la virtú sola menava a certissima morte. È eterno carattere degli stolti quello di voler accrescere la propria autoritá distruggendo gli ordini, che soli possono render durevole l'autoritá, ed odiar la virtú, che sola fa rispettar gli ordini.
      Un'occasione, e tutta la macchina sará rovesciata: un'occasione, che dia al popolo un capo, e di tante volontá ne formi una sola. La libidine di un figlio del re; il coraggio di una donna, la quale, dopo l'ingiuria sofferta, sebbene si assolvesse dalla colpa, non però si volle assolver dalla pena, onde nessuna impudica potesse mai difender col di lei esempio la propria debolezza; il miserando spettacolo di una giovane pudica, vittima di un dissoluto prepotente; il pianto e la disperazione del marito; la taciturna desolazione del vecchio genitore; tutto ciò commove il popolo a segno che, avendo fino a quel giorno tutte le altre offese de' Tarquini reputate private, questa sola reputò pubblica. Ed anche questo è nell'ordine della nostra storia ideale. Non tutt'i romani eran ricchi e patrizi; ciascuno però avea una figlia, una moglie; tutti si ricordarono di esser padri e mariti.
      I Tarquini trovavansi per sorte fuori della cittá a battagliare coi popoli vicini.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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