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      Le porte si chiudono; né, ad onta di tutte le guerre mosse dai Tarquini e dagli alleati de' Tarquini, sono loro mai piú riaperte. E qual fu mai quel re, il quale, discacciato dal regno, siavi ritornato cogli aiuti mendicati dai nemici della propria patria? Né, ad onta di tutto l'infinito aiuto del gran re, i Pisistratidi rientrarono mai in Atene, donde una simile libidine li avea discacciati.
      Bruto e Valerio intanto, principali autori della ricuperata libertá, quel primo passo, che il popolo avea fatto quasi per impeto, confermaron coll'interesse. Concessero al popolo i beni del re discacciato; sciolsero i poveri dai tributi e dai vettigali, dicendo esser abbastanza che essi generassero ed educassero figli per la patria; scemarono il prezzo del sale e del grano, e, consci di quanto sugli animi della plebe possan le abitudini religiose, affinché nel nuovo ordine di cose nulla mancasse che potesse ridestar desiderio dell'antico, siccome eranvi alcuni sagrifici i quali doveansi fare dai re, cosí crearono un re de' sacrifizi, ma lo sottoposero all'autoritá del senato, a cui fu commessa la suprema cura della religione e dello Stato. Invece di un re, si elessero due consoli, l'imperio de' quali durar dovesse un anno solo.
      Ora inverti, se cosí ti piace, l'ordine degli avvenimenti. Quello stesso Bruto, il quale tanta gloria si ha meritata discacciando il secondo Tarquinio, avrebbe meritata tutta la pubblica esecrazione se, per desiderio d'immatura libertá, avesse tolto il regno ad alcuno de' di lui predecessori.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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