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      Or gli Stati hanno bisogno di una mente e di una vita, cioè di una continuazione negli stessi pensieri e negli stessi disegni: altrimenti ciò, che è fatto in una etá, rimane abbandonato e perciò inutile nell'altra; ed a capo di molte etá, oprando oggi e distruggendo dimani, si sará fatto consumo di molte forze e non si sará prodotto nessun effetto. Gli Stati monarchici hanno volontá unica, efficace ed anche durevole; ne' democratici non dura mai piú di un giorno. Roma ha saputo riunire il numero e l'unitá; il numero nel senato che delibera, l'unitá ne' consoli che eseguono; la varietá in coloro che formano il braccio della cittá, l'eternitá in coloro che ne sono la mente. Io ti ho detto che Roma fará grandi cose, ed ora ti aggiungo che le fará per lungo tempo, e che non si arresterá se non a quell'apice oltre del quale è negato alle cose umane di piú elevarsi: le fará perchè le vorrá, e le fará grandissime perché le vorrá fermamente e sempre.
      Queste cose ho scritto io, perché tu lo hai voluto, ad Aristotile. Non sei tu contento del giudizio mio, e non ti pare che io lodi abbastanza gli ordini della tua diletta Roma?
      Ma tu dimandi ancora se questi stessi ordini possan convenire alla Grecia. E questa è una questione ben diversa. Non tutti gli ordini civili, che approvo, vorrei imitare o proporre all'imitazione altrui. Ricordiamoci il prudente detto di Solone: "Non tentiamo di dar le ottime leggi, ma le migliori tra quelle delle quali un popolo è capace". Or le migliori leggi sono quelle che sono piú durevoli; quelle sono le piú durevoli che il popolo piú ama; ed il popolo quelle piú ama che sono piú simili a' costumi suoi.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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