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      E quindi, se in determinar la sede degli altri popoli s'incontra sempre qualche dubbio, in quella degli aborigeni tutto è oscuritá.
      Non vedi tu che tutti questi arzigogoli non conducono a nessuna veritá? Ciascun popolo ha sull'origin sua la propria opinione; e questa è presso tutt'i popoli egualmente favolosa, perché presso tutt'i popoli incerte ed oscure sono le memorie delle antichissime cose; presso tutt'i popoli è una favola religiosa, perché presso tutt'i popoli dove finiscon le memorie degli uomini incomincia l'etá degl'iddii(612). Ciascun popolo ritiene tenacemente la propria opinione: tu credi che segua la ragione, e non segue che l'autoritá. La cangia? Tu credi che cangi per forza di ragione, e non cangia che per amor di novitá. Non so quale delle due opinioni, tra la vostra e la nostra, vincerá: so che una dovrá prevalere, poiché i due popoli son troppo vicini ed han troppa frequenza di commercio tra loro; so che le opinioni de' due popoli da qui a quattro altri secoli saran tutte diverse da quelle che sono oggi(613); e non mi pare impossibile che in tempi piú lontani ambedue i popoli adottino le opinioni di un terzo, il quale o distruggerá o storpierá le memorie nostre per adattarle alle sue.
      I vari popoli rassomigliano alle piante che sono in un giardino e disputan tra loro a vicenda sulla propria antichitá, né sulle loro dispute interrogan mai il giardino che le ha prodotte. Non ti pare che questo giardino, se mai potesse parlare, avrebbe ragione di dire a tutte: - Sciocche!


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772