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      Natura, alcunacosa mortal non ha; né alcuna cosa
      per morte è estinta...(632).
     
      Vedi tu l'uomo? Egli cangia ad ogni momento, l'uomo di oggi è diverso da quello di ieri; ma non perciò tu puoi dire che sia un altro: tutt'i cangiamenti, che ei prova, sono effetti di una sola cagione, sono parti di una istessa vita; e, sebben diverso, è però sempre lo stesso uomo. Cosí la specie intera ha anch'essa una forza unica che lo move, una legge unica che lo governa, e vive una sola vita, della quale tutt'i cangiamenti non sono altro che accidenti necessari e tendenti tutti allo sviluppo della vita medesima. Non vi sono individui per la mente eterna, perché non ha bisogno di numeri per comprendere le cose.
      Una Mente unica, qual è quella che governa l'universo, non può avere che un fine unico; una forza infinita, qual è quella che anima l'universo, deve tendere costantemente a questo fine: chi potrebbe arrestarla? L'immaginarla per un sol momento stanca o assopita sarebbe lo stesso che crederla limitata. Ed il fine, al quale tende una Mente ottima, non può esser altro che la perfezione.
      Tieni continuamente, o Cleobolo, rivolta la tua attenzione a questo fine unico, ed allora conoscerai la vera storia del genere umano. Noi ci inganniamo dando questo nome alla collezione piú o meno ampia delle azioni e delle vicende degli uomini e delle nazioni: storia della specie intera non avrem mai finché non iscopriremo quel fine unico a cui tutta la specie tende costantemente, e quella legge comune a tutti gl'individui che tale tendenza determina e regge: allora le storie di tutte le nazioni diventano una storia sola, e lo spettacolo, in apparenza disordinato, delle vicende di tanti popoli diventa al tempo istesso e piú istruttivo e piú sublime.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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