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      Alcune volte l'oscuritá è insuperabile; ma molte volte essa è formata da noi stessi. Tal è in gran parte l'oscuritá che si trova in molti punti della dottrina pittagorica, e che noi crediamo oscuri sol perché crediamo mistici. Questa tale oscuritá si potrebbe in gran parte dileguare. Ciò, che ci sembra mistico oggi, non lo è stato nella sua origine: oggi di molte cose non intendiamo la ragione, perché essa è nei costumi degli altri tempi; e l'unico metodo di spiegar quelle cose, che oggi ci sembran mistiche, è di paragonarle ai costumi de' tempi ne' quali esse furono istituite. Non si segue forse questo metodo nelle ricerche sui riti di una religione, sulle formole di una legislazione, ecc.? Ma nella interpretazione delle cose pittagoriche è stato trascurato, perché questa interpretazione è stata fatta per lo piú da scrittori greci molto posteriori di etá e che di tutte le cose volevan ritrovare un'origine greca. I pittagorici erano italiani: cerchiamo la ragion delle loro cose in Italia, e forse la troveremo. Si dimostra col fatto che tutti i proverbi pittagorici sono o leggi o riti o proverbi antichissimi degli italiani.
      4· Non ammetteremo, in un'istessa persona che gode riputazione di saggia, due opinioni evidentemente contraddittorie. Di tali contraddizioni ve ne sono molte nella storia della filosofia italiana: esse debbono riputarsi effetto dell'ignoranza e dell'oscitanza degli scrittori posteriori. Ma, tra due opinioni contraddittorie attribuite tutte e due alla stessa persona ed alla stessa setta, quale diremo esser la vera?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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