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      D'altra parte, anche alla propaganda vichiana iniziata dal Cuoco col Platone arrideva quasi immediato il piú lieto successo. L'ondata di vichismo (e talora pseudo vichismo), da cui, per dir cosí, fu investita la storiografia italiana dei primi decenni dell'Ottocento, divenne cosí travolgente, che, com'è stato argutamente osservato(788), nello scorrere i singoli articoli storici e politici inseriti nelle riviste letterarie del tempo, si giunge sempre a un punto in cui, proprio come negli scritti del Cuoco, si presente il ricordo della Scienza nuova, che giunge infatti, immancabile, poco di poi.
      Successo egualmente cospicuo ebbe tutta quella parte del Platone che era propaganda per la causa italiana. Non è qui il luogo di mostrar per filo e per segno l'influsso, diretto o indiretto, che a codesto proposito l'opera del Cuoco esercitò sugli storici e scrittori politici posteriori. Ma come non accennare a Cesare Balbo, che della sua produzione storiografica fece motivo predominante l'indipendenza d'Italia, e, nel fantasticare un'alleanza tra gl'itali, osci e tusci per ricacciar lo straniero Pelasgo, provava la medesima commozione del Cuoco, allorché, con colorito egualmente poetico, discorreva dell'antagonismo sannita-romano?(789). Come tacere che, quando il Gioberti congiunse nel Primato il "prologo in cielo" dell'antichissima civiltá italiana al "dramma in terra" dell'Italia medievale e moderna(790), venne appunto a colorir quell'"idea d'un libro necessario all'Italia", piú volte proposto dal Cuoco: quel libro, cioè, a cui il Platone sarebbe dovuto servir da sfondo e da modello e che, col medesimo metodo, con la medesima passione politica e con la medesima commistione di storia documentata e storia fantasticata, avrebbe dovuto dimostrare che anche nei tempi moderni gl'italiani avevan goduto d'un indiscutibile "primato nella letteratura e nelle belle arti"?(791). E come sorvolare sul fatto ancora piú importante che non poche idee del Cuoco ritornano in Giuseppe Mazzini, di cui, se non si ha alcuna prova che leggesse il Platone, si conosce di sicuro che meditò e ricopiò taluni articoli del Giornale italiano?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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