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      Bularco, al dir dello stesso PLINIO, era coetaneo di Romolo.
      (288) Ecco un'idea che a molti sembrerá strano ritrovarsi presso gli antichi. Comunemente si crede moderna e non piú antica di Locke. Ma gli antichi l'aveano. Vedi l'Appendice I.
      (289) Forse questo non č interamente vero. Ma avvertasi che parla un pittore, e che ciascuno crede l'arte sua la piú difficile di tutte. Il celebre ballerino francese Marcel sosteneva che l'ingegno di un ballerino era superiore a quello di un generale di armata.
      (290) PLINIO, 1. c.
      (291) FILOSTRATO, De imaginibus.
      (292) Si č disputato e si disputa ancora per sapere se gli antichi avessero prospettiva. Come mai non si č da nessuno osservato che una tal quistione appartiene non giá all'erudizione, ma all'ideologia?
      (293) SENOFONTE, Memorabilia Socratis.
      (294) PLINIO, ibidem.
      (295) PLINIO, ibidem: "Fecit (Zeusi) et Penelopem, in qua finxisse mores videtur".
      (296) PLINIO, ibidem.
      (297) PINIO (l. c.) veramente dice che non si sapea dipingere nell'epoca della guerra di Troia.
      (298) Le scuole s'introdussero in Grecia poco prima dell'etá di Apelle (PLINIO, l. c.). La pittura era riputato un ornamento quasi necessario al cittadino ben educato (ARISTOTELE, Politica).
      (299) Questa quistione č stata trattata da molti moderni, e tra gli altri da ALGAROTTI. La soluzione, che essi ne han data, č ben diversa da quella che ne davano gli antichi.
      (300) ARISTOTELE, Politica.
      (301) Cosí dice il testo.
      (302) STRABONE, VI; DIOSCORIDE, I; PLINIO, XV, 7; XVI, II
      (303) STRABONE, VI.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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