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      Sarebbe stoltezza dire che le famiglie Carafa, Riari, Serra, Colonna, Pignatelli... fossero povere; ma, per produrre una rivoluzione nello stato in cui allora era il popolo napoletano, si richiedevano almeno trenta milioni di ducati, e questa somma si puņ dir, senza far loro alcun torto, che essi non l'aveano. La ricchezza č relativa all'oggetto a cui taluno tende: un uomo che abbia trecentomila scudi di rendita č un ricchissimo privato, ma sarebbe un miserabile sovrano.
      Si puņ occupare nella societį un grado eminentissimo, e non essere intanto atto a produrre una rivoluzione. Il presidente del Consiglio occupava la prima magistratura del Regno, e non potea farlo: ad un reggente di Vicaria, molto inferiore ad un presidente, ad un eletto del popolo, moltissimo inferiore al reggente, era molto piś facile sommovere il popolo.
      Lo stesso si dice del nome. Chi puņ dire che le famiglie Serra, Colonna, Pignatelli... fossero famiglie oscure? Che Pagano, Cirillo, Conforti fossero uomini senza nome?... Ma essi aveano un nome tra i saggi, i quali a produr la rivoluzione sono inutili, e non ne aveano tra il popolo, che era necessario, ed a cui intanto erano ignoti per esser troppo superiori. Paggio, capo de' lazzaroni del Mercato, č un uomo dispregevole per tutti i versi; ma intanto Paggio, e non Pagano, era l'uomo del popolo, il quale bestemmia sempre tutto ciņ che ignora.
      Credo superfluo poi avvertire che i giudizi del popolo non sono i miei; ma č necessario ricordare che, in un'opera destinata alla veritį ed all'istruzione, č necessario riferire tanto i giudizi miei quanto quelli del popolo.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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