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      La corte si scosse quando il male era irreparabile. Diede i suoi allodiali per ipoteca delle carte vuote; ma né que' fondi potean ritrovare cosí facilmente compratori, né, venduti, riparato avrebbero alla mala fede. Conveniva persuadere al popolo che di carte vuote non se ne sarebbero piú fatte, cioè conveniva persuadere o che la corte non avrebbe avuto piú bisogno o che, avendo bisogno, non avrebbe adoperato l'espediente di far nuove carte. Lo stato delle cose avrebbe fatto temere il bisogno, la condotta della corte faceva dubitar della sua fede. Come fidarsi di una corte, la quale, avendo giá incominciata la vendita de' beni ecclesiastici, invece di lacerar due milioni e mezzo di carte ritratte dalla vendita, li rimise di nuovo in circolazione? Cosí questa porzione di debito pubblico venne a duplicarsi, poiché rimasero a peso della nazione le carte e si alienò l'equivalente de' fondi.
      Non manca taluno, il quale ha creduto la vendita de' beni ecclesiastici essere stata effetto, non giá di cura che si avesse di riempire il vuoto de' banchi, ma bensí di timore che essi servissero di pretesto e di stimolo ad una rivoluzione. Quanto meno vi sará da guadagnare, dicevasi, tanto minore sará il numero di coloro che desiderano una rivoluzione. L'uomo che si dice autor di questo consiglio conosceva egli la rivoluzione, gli uomini, la sua patria?
     
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      Continuazione. - COMMERCIO
     
      Il disordine de' banchi, quindici anni prima, forse o non vi sarebbe stato o sarebbe stato piú tollerabile, perché la nazione avea allora un erario sufficiente a riempire il vuoto che ne' banchi si faceva, o almeno a mantenervi sempre tanto danaro quanto era necessario per la circolazione.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270