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      Simile proclama non si era veduto in nessun secolo della diplomazia, a meno che i romani non ne avessero formato uno, allorché ordinarono agli altri greci di non molestar gli acarnanii, perché tra i popoli della Grecia erano stati i soli che non avevano inviate truppe all'assedio di Troia.
      Questo proclama fu pubblicato a' 21 novembre. A' 22 tutto l'esercito partí e, diviso in sette colonne, per sette punti diversi entrò nel territorio romano. Le colonne che mossero da San Germano e da Gaeta si avanzarono rapidissimamente. Né la stagione dirottamente piovosa, né i fiumi che s'incontrarono pel cammino, né la difficoltá de' trasporti di artiglieria e viveri in cammini impraticabili per profondissimo fango, fecero arrestar gli ordini di Mack. Egli non faceva che correre: si lasciava indietro l'artiglieria, cominciavano a mancare i viveri, il soldato era privo di tutto, avea bisogno di riposo; e Mack correva. Le colonne di Micheroux e di Sanfilippo erano state giá battute negli Apruzzi. La voce pubblica di questo rovescio incolpò i generali; ma è certo che posteriormente la condotta di Micheroux è stata esaminata da un Consiglio di guerra ed è stata trovata irreprensibile. Di Sanfilippo non sappiamo nulla. Ma la voce pubblica in questi casi non merita mai intera fede, perché il popolo giudica per l'ordinario dall'esito e spesso dá piú lode e piú biasimo di quello che taluno merita. Mack, il quale non avea pensato mai a stabilire una ferma comunicazione tra i diversi corpi del suo esercito ed un concerto tra le varie loro operazioni, non seppe se non tardi un avvenimento il quale dovea cangiar tutto il suo piano, ed intanto continuava a correre.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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