Pagina (78/270)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Giunse a' 27 di novembre in Roma. S'impiegarono cinque giorni in un cammino che ne avrebbe richiesto quindici. Non si concessero che cinque ore di riposo sotto le armi alla truppa, e fu costretta di nuovo a correre a Civita Castellana. Per la strada i viveri mancarono del tutto: i provvisionieri dell'esercito chiedevano invano a Mack ove dovessero inviarli; gli ordini del generale erano tanto rapidi, che, mentre si eseguiva il primo, si era giá dato il secondo, il terzo, il quarto, il quinto; i viveri si perdevano inutili per le strade, ed i soldati e i cavalli intanto morivano di fame. Quando giunsero a Civita Castellana, i nostri da tre giorni non avean veduto pane. Essi erano nell'assoluta impossibilitá di poter reggere a fronte di un nemico fresco, che conosceva il luogo e che distrusse il nostro esercito, raggirandolo qua e lá per siti ove il maggior numero era inutile.
      Mack non seppe ispirar coraggio ad una truppa nuova, esercitandola con piccole scaramucce contro i piccoli corpi nemici che incontrň da Terracina a Roma e che, messi per insensato consiglio in libertá, produssero due mali gravissimi: il primo de' quali fu quello di non avvezzare le truppe sue alla vittoria quando questa era facile e sicura; il secondo, di accrescer il numero de' nemici nel momento delle grandi e pericolose azioni. Non seppe Mack far battere due colonne nello stesso tempo: furon tutte disfatte in dettaglio. Mack ignorava i luoghi dove si trovava e, sull'orlo del precipizio, credeva e faceva credere al re che le cose andavano prospere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





Roma Civita Castellana Mack Civita Castellana Terracina Roma Mack