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      Cosí la coltura di pochi non avea giovato alla nazione intera; e questa, a vicenda, quasi disprezzava una coltura che non l'era utile e che non intendeva(29).
      Le disgrazie de' popoli sono spesso le piú evidenti dimostrazioni delle piú utili veritá. Non si può mai giovare alla patria se non si ama, e non si può mai amare la patria se non si stima la nazione. Non può mai esser libero quel popolo in cui la parte che per la superioritá della sua ragione è destinata dalla natura a governarlo, sia coll'autoritá sia cogli esempi, ha venduta la sua opinione ad una nazione straniera: tutta la nazione ha perduta allora la metá della sua indipendenza. Il maggior numero rimane senza massime da seguire, gli ambiziosi ne profittano, la rivoluzione degenera in guerra civile, ed allora tanto gli ambiziosi che cedono sempre con guadagno, quanto i savi che scelgono sempre i minori tra' mali, e gl'indifferenti i quali non calcolano che sul bisogno del momento, si riuniscono a ricever la legge da una potenza esterna, la quale non manca mai di profittare di simili torbidi o per se stessa o per ristabilire il re discacciato.
      Quell'amore di patria, che nasce dalla pubblica educazione e che genera l'orgoglio nazionale è quello che solo ha fatto reggere la Francia, ad onta di tutt'i mali che per la sua rivoluzione ha sofferti, ad onta di tutta l'Europa collegata contro di lei: mille francesi si avrebbero di nuovo eletto un re, ma non vi è nessuno che lo abbia voluto ricevere dalla mano de' tedeschi o degl'inglesi.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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